|
|
 |
Acerina
del lago Ammersee,
Gymnocephalus ambriaelacus,
Geiger & Schliewen 2010 |
Caratteri
meristici - Squame in serie longitudinale: 35-40 + 4-5. Pinna dorsale: XIV-XVI (di norma XV)/10-12 (11). Pinna anale: II/5-6. Pinne pettorali: 14-16 (15). Pinne ventrali: I/6.
|
|
Click on the image to magnify and for informations
about this photo. |
|
 |
Click
sull'immagine per ingrandire e per informazioni su questa foto. |
Descrizione -
Corpo di forma ovale allungata, a sezione trasversale ellittica, con
altezza massima pari al 26.1-33.6% SL all'altezza della base del seconda
o terza spina dorsale. Profilo dorsale del corpo leggermente convesso,
quasi dritto nel maschio, più arcuato nella femmina. Testa robusta, di
altezza e larghezza circa equivalenti, e di lunghezza pari al 28.8-31.8%
SL (media 31.2%). Muso semirettangolare in vista superiore, smussato verso
il basso in vista laterale, e con profilo ventrale dritto. Bocca in
posizione subinferiore, con mascella inferiore inclusa in quella superiore
ad apertura orale chiusa. Angolo mandibolare non esteso posteriormente
fino al bordo anteriore dell'orbita. Occhi grandi, di diametro pari al
10.2-12.3% SL, contigui o di poco sporgenti sul profilo superiore del
capo. Diametro oculare pari alla lunghezza del mascellare, uguale o poco
inferiore rispetto alla distanza preorbitale. Opercolo con una spina
grande e robusta e, se presenti, una seconda e terza spina deboli e poco
sviluppate. Preopercolo dentellato, dotato di 9-15 processi spinosi, con
quelli dell'arco ventrale robusti ed uncinati. Osso pterigoide con 12-20
sottili spine. Peduncolo caudale snello, di lunghezza pari al 7.7-8.9%
SL (media 8.3%). Margine distale della pinna dorsale quasi rettilineo o
leggermente convesso. Angolo tra il margine posteriore della pinna dorsale
ed il profilo dorsale del peduncolo caudale di ampiezza pari a 90-110°.
Raggi spinosi della dorsale di lunghezza crescente dal primo al quarto, e
decrescente dal quarto all'ultimo. Pinne pettorali arrotondate, con
origine di poco anteriore alla corrispondenza con base della primo raggio
spinoso della pinna dorsale. Pinne ventrali relativamente lunghe, con
origine all'altezza o di poco posteriore alla base della prima spina
dorsale. Pinna anale con origine all'altezza dell'ultima spina dorsale ed
estesa all'indietro fino a metà del peduncolo caudale. Pinna caudale omocerca. Linea laterale completa, con origine una o due squame dietro il
bordo occipitale dell'opercolo ed estesa fino alla base della pinna
caudale. Negli esemplari conservati in alcol il colore di fondo della
livrea è beige chiaro, con macchiette nere su dorso e fianchi, spesso
aggregate tra loro in grandi chiazze scure di forma irregolare. La maggior
parte degli individui presenta macchie scure alla base della pinna caudale
e sul peduncolo caudale, maculatura estesa anteriormente a formare chiazze
scure poco marcate sui fianchi. In altri esemplari le chiazze scure sono
disposte lungo la base della pinna dorsale e sopra la linea laterale.
Regione dorsale del capo di colore scuro e con numerosi aggregati di
macchiette scure. Opercolo, preopercolo e regione orbitaria sono coperti
da numerose piccole macchie nere. In molti esemplari le macchie presenti
sopra l'opercolo sono addensate a formare una grande chiazza scura di
forma più o meno triangolare. L'intensità della maculatura ed il numero di
macchie decresce ventralmente. Il ventre e le parti inferiori sono di
colore grigio biancastro uniforme. Pinne con membrane semitrasparenti di
colore grigio chiaro. Sulle membrane della pinna dorsale si contano da 3 a
6 chiazze scure formate da piccole macchie nere. I raggi spiniformi sono
generalmente privi di maculature. Le chiazze sono disposte tra le spine in
linea verticale più o meno diritta, con piccole macchie nere sparse
irregolarmente tra loro. Nella parte della pinna dorsale composta da raggi
molli, le macchie sui raggi sono più frequenti, marcate, e disposte in
distinte bande parallele al bordo superiore della pinna, le piccole
macchie presenti sulle membrane non si aggregano a formare chiazze. Pinne
pettorali con piccole macchie nere tra i raggi, uniformemente distribuite
su tutta la superficie. Pinna anale con irregolari macchie nere disposte
su spine, raggi molli e membrane. Pinna caudale chiazzata in modo uniforme
da numerose piccole macchie nere, talvolta organizzate in bande
trasversali. Negli esemplari in vita la livrea bruna di fondo acquista
riflessi grigio argento, e le macchie scure mostrano iridescenze bronzee e
verdastre. Pinna dorsale trasparente, con macchie scure disposte come
sopra, punte delle spine gialle, e bordi delle membrane neri. I raggi
molli della pinna dorsale sono giallastri con macchie nere. Pinne
pettorali trasparenti con riflessi bianco giallastri e macchie nere. Pinne
ventrali e pinna anale traslucide, di colore bianco opaco e con solo poche
macchie scure. Pinna caudale quasi trasparente, con raggi giallastri, e
macchie nere disposte come descritto in precedenza.
|
Dimorfismo
sessuale - Poco evidente. La femmina appare generalmente
più tozza rispetto al maschio.
|
|
Click on the image to magnify and for informations
about this photo. |
|
 |
Click
sull'immagine per ingrandire e per informazioni su questa foto. |
Habitat
e abitudini
- Gymnocephalus ambriaelacus è endemica del bacino del
lago Ammersee (bacino superiore del fiume Danubio), un bacino oligotrofico
formatosi durante l'ultima glaciazione (Würm 139.000-15.000 anni
fa), di circa 47 km²
di superficie, con profondità media di 37.8 m, e
profondità massima di 81 m. Il bacino è del tipo dimitico, con due
accentuati periodi di inversione del termoclino (una primaverile e una
autunnale) che garantiscono una adeguata ossigenazione e circolazione dei
nutrienti. D’inverno è caratteristica la presenza di uno strato di
ghiaccio che ricopre il lago da gennaio a marzo.
Specie
bentonica e gregaria, G. ambriaelacus tende a riunirsi in
piccoli branchi. Preferisce substrati spogli o poco vegetati, composti da sabbia
misti s ghiaia grossolana e pietrisco. Di indole fotofoba, ha massima
attività alimentare nelle ore crepuscolari e notturne, ma continua a
cibarsi anche nelle ore diurne, in particolare nelle giornate piovose o di
cielo coperto. Specie relativamente stanziale, nel lago i branchi compiono
solo brevi spostamenti stagionali. Da primavera ad autunno frequentano
acque litorali dove si alimentano e riproducono, Con l'arrivo dei primi
freddi i branchi si spostano verso acque profonde per svernare in stato
latente fino al disgelo primaverile.
|
Alimentazione - La dieta degli adulti
comprende una vasta gamma di invertebrati (crostacei, molluschi
gasteropodi e bivalvi, insetti e loro larve, vermi). Le larve si cibano di
zooplancton, gli avannotti di piccoli invertebrati bentonici.
|
|
Click on the image to magnify and for informations
about this photo. |
|
 |
Click
sull'immagine per ingrandire e per informazioni su questa foto. |
Riproduzione - Le modalità riproduttive della
specie sono poco note. Geiger & Schliewen (2010) hanno catturato delle
femmine gravide in maggio, in acque basse tra 3 e 5 metri di profondità,
che in cattività hanno immediatamente deposto le uova. Le uova deposte
dalle femmine catturate avevano diametro di circa 1 mm, giacevano sparse
sul fondo, e si mostravano poco adesive, alcune addirittura galleggiavano.
Da ciò si può supporre che la stagione riproduttiva vada dalla tarda
primavera al principio dell'estate. Le aree di frega sono
probabilmente situate in acque costiere esposte ad un vento in grado di
generare un moto ondoso sufficiente all'ossigenazione delle uova. La
scarsa adesività delle uova agevolerebbe così la loro ossigenazione
durante lo sviluppo embrionale. Non ci sono dati sulla fecondità della
specie, ma non dovrebbe essere molto elevata. Non esistono cure parentali.
Dopo la schiusa le larve giacciono sul fondo fino al totale assorbimento del sacco
vitellino, successivamente si muovono
negli strati intermedi, lasciandosi trasportare dalla corrente e iniziano l'alimentazione attiva predando
plancton e piccoli invertebrati.
|
Accrescimento e resilienza - Non sono noti
dati sul tempo minimo di
raddoppiamento della popolazione. Secondo Wagler (1926) la crescita delle
acerine del Lago Ammersee è più lenta rispetto agli esemplari di G.
cernua del Danubio e del fiume Elba. Dopo il primo anno di vita, gli
esemplari raggiungono la taglia di solo 45 mm, e di circa 80 mm dopo il
secondo anno di età. In base a questi dati si può presumere che in entrambi i
sessi la maturità sessuale viene raggiunta quando gli esemplari hanno una taglia di
80 - 90 mm SL.
Lunghezza massima segnalata: 117 mm SL.
|
Predatori,
parassiti e malattie - La specie e soggetta a malattie virali e
battericheOspite di varie specie di parassiti come vermi nematodi,
cestodi, acantocefali e crostacei. Esemplari feriti e/o malati possono
contrarre infezioni micotiche. G.
ambriaelacus
è preda di varie specie di uccelli ittiofagi (trampolieri, svassi) e di pesci
predatori (lucci, lucioperca,
persici reali, e salmonidi). Uova, larve ed avannotti possono essere
attaccate e distrutte da insetti acquatici, larve di insetti, e da altri
invertebrati.
|
|
|
Click on the image to magnify and for informations
about this photo. |
|
 |
Click
sull'immagine per ingrandire e per informazioni su questa foto. |
Status
della specie - Specie endemica del lago Amersee, a sua area di
occupazione coincide con la superficie del lago (41 km²), e risulta
quindi molto limitata. La popolazione presente nel lago risulta in
declino. Si sospetta che la causa del calo numerico della specie sia la
competizione con la specie congenere Gymnocephalus acerina,
introdotta di recente nelle acque del lago. Tuttavia non possono essere
esclusi impatti negativi dovuti all'immissione, accidentale o meno, di
altre specie di pesci alloctoni.
|
Protezione -
Attualmente non ci sono misure
di conservazione in vigore per proteggere la specie.
G. ambriaelacus è inclusa nella Lista Rossa IUCN
(International Union for Conservation of Nature and Natural Resources)
come specie in pericolo critico di estinzione (CR B1ab(v), Critically
Endangered).
|
Valore
economico - Specie priva di interesse commerciale. Notevole
importanza scientifica come specie endemica.
|
Pesca - Nessun interesse per pesca
sportiva e professionale. Viene accidentalmente catturata dai pescatori
sportivi.
|
Galleria di immagini |
|
 |
|
|
Pag. 1 |
|
|
|
|